Piazza Campo
Il Campo, il salotto buono, raffinato, infiorato, dove "ruzzano ancora fanciulli
e centellinano il sole contadini e artigiani...tra il Castello incombente e la
Chiesa…il sole la impiuma di fiocchi di luce accecante… e le notti di luna è
ancora la piazza irreale, come adagiata nel fondo di lago"; il Campo, che di
tanto in tanto si trasforma in teatro ricolmo di folla e di colori, perché il
ministro Segni vara la Riforma Agraria o perché sul palco è l'artista di turno,
perché si inaugura la riconsegna del Castello restaurato alla presenza del
Principe di Santa Severina, ultimo discendente dei Grutther, o perché Bartolomeo
I, Patriarca di Costantinopoli, saluta dal sagrato un popolo dalle salde radici
bizantine; il Campo, cuore pulsante del paese che, nel suo ampio pianoro, ha
ospitato nei secoli cortei per gli insediamenti degli Arcivescovi Metropoliti o
schiere di soldati in armi. Meritava una sistemazione adeguata questa superba
piazza, coi suoi spuntoni rocciosi che, autentici belvederi ad oriente ed
occidente, mostrano il suggestivo scenario dei bruzii monti della Sila
degradanti verso la vallata dello storico Neto, fino a mostrare un lembo dello
ionico mare. Gli architetti Alessandro Anselmi, romano, e Giuseppe Patanè,
santaseverinese, elaborarono il progetto che spiccò il volo dalla Biennale di
Venezia ai più importanti trattati e riviste di architettura. Con
l'utilizzazione di imprese locali (quella di costruzioni del geometra Luigi Apa
e, per le opere in ferro, quella dell'artigiano Antonio De Fazio) fu completato
a tempo di record il suggestivo impianto con la pavimentazione di porfido ed una
serie di incisioni su travertino.
Nessuno meglio dell'amico Patanè poteva fornirci la
descrizione della struttura. Riportiamo fedelmente le indicazioni
dell'architetto, ringraziandolo per la sua disponibilità. "L'elemento
strutturale è una grande ellisse orientata con l'asse maggiore nord-sud.
L'interno dell'ellisse è diviso in 12 quadrati dagli assi maggiore e minore e di
4 radiali convergenti in un sistema centrale che forma una rosa dei venti, il
cui nucleo è costituito da un disegno che rappresenta <l'occhio della
conoscenza>. Da questo partono 8 aghi triangolari orientati secondo i punti
cardinali che seguono la direzione dei venti, rappresentati da altrettanti volti
incornciati in piccole ellissi. Dall'ellisse, figura bifocale, si irradiano al
suo esterno, generati da un centro unico, degli archi di cerchio realizzati con
cubetti di marmo bianco intercalati ogni 4 metri nel porfido, quasi a
ridisegnare, all'esterno della grande figura ellittica la forma della piazza, a
ridefinirne i confini. All'esterno dell'ellisse sono tracciati, sempre con
cubetti di marmo bianco, due assi. Il primo, con direzione nord-sud, è il
prolungamento dell'asse maggiore. All'intersezione con gli archi di cerchio sono
posti dei bolli quadrati di travertino di 40 cm. di lato su cui sono incisi i
simboli astrologici del Sole e dei pianeti. Il secondo asse unisce il Castello e
la Cattedrale e, alla mezzeria tra gli archi di cerchio, è formato da bolli
circolari di 40 cm. di diametro su cui sono disegnati i simboli alchemici delle
materie. I due assi hanno in testata 4 grandi lastre su cui sono rappresentate
le quattro stagioni a nord, i simboli del tempo a sud, il ciclo dell'oro e lo
spirito dei metalli sull'asse Chiesa-Castello. Altre due lastre, tangenti
all'ellisse in corrispondenza dell'asse minore, rappresentano il Sole a est e la
Luna a ovest. Nella Villa Comunale, situata sullo <spuntone> a sud-ovest della
piazza e delimitata da questa da un ciglio parallelo all'asse Chiesa-Castello,
sono stati realizzati con muratura di pietrame locale due sistemi di sedili. Il
primo si sviluppa lungo il perimetro verso il fossato con funzione anche di
parapetto. Il secondo sistema è costituito da un nucleo circolare con quattro
appendici curvilinee formate da un doppio ordine di sedili.
Il tutto, pur contenendo al suo interno qualche suggestione
di <labirinto>, forma in realtà un grande sole anch'esso orientato, come
l'ellisse della piazza, secondo i quattro punti cardinali. A sud, a ovest e a
nord, nei punti di intersezione dei due assi centrali,realizzati con ciotoli di
fiume e bordure di travertino, con il sedile perimetrale, il parapetto è
tagliato, creando tre affacci rispettivamente verso il Castello, verso le
montagne e verso il tessuto urbano di una stradina dal nome di derivazione
greco-latina: la <misiria> (da mesovia, via di mezzo). Quattro vialetti, sempre
orientati, tangenti la parte centrale, dividono la villa in 9 campi. Al centro
del disegno è posta una fontana di travertino di forma cubica sulle cui facce
est ed ovest è disegnato un occhio, lo stesso che è al centro della rosa dei
venti. Sopra la fontana è collocata una stella a 18 punte realizzata con
quadrello di ferro. Altre tre forme sferiche con immagini astronomiche, sempre
di ferro, si trovano al centro dei tre affacci - feritoie. Alle spalle dei
sedili centrali sono stati piantati, a riconoscimento della sua importanza
nell'economia e nella cultura del luogo, 4 alberi di arancio.