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Castello "Caraffa" di Santa Severina

Nel 1496, quando Andrea Carrapha I venne elevato conte di Santa Severina, la città si ribellò e continuò a farlo approfittando della continua assenza di questi dal contado. Nei primi anni del '500, Andrea I fu costantemente impegnato in affari del regno di natura politica e guerresca.
Andrea Carrapha I ereditò la roccaforte angioina circuita ancora dalle muraglie di cinta realizzate ai tempi degli Svevi, le cui tipologie architettoniche non erano adeguate certamente all’armamentario bellico disponibile nei primi anni del Cinquecento. Al conte, per altro continuamente impegnato a reprimere le ribellioni locali e a svolgere importantissimi compiti nel regno, è attribuibile il primo progetto di adeguamento che fu mirato a circuire la roccaforte (mastio) trecentesca con possenti muraglie di cinta e a proteggere, attraverso la realizzazione di nuove strutture fortificate, la Porta della Piazza e la Porta della Grecia che dovevano, a quel tempo, essere gli unici accessi possibili all’acrocoro di Santa Severina.

AAndrea Carrapha I, possono attribuirsi: l’adeguamento della Porta della Piazza, compresi la muraglia e il rivellino della Porta della Piazza, il soprastante rivellino della seconda porta falsa che si erge sullo spigolo di sud-ovest, la costruzione delle mura più antiche dell’avamposto (ancora non completamente svelate), la realizzazione del baluardo del belvedere e del baluardo all’antica, la muraglia della meridiana, la realizzazione del secondo fossato, altre strutture a sud poste a protezione dello stesso fossato e l’inizio dei lavori di adeguamento delle strutture interne del mastio.

Le novità architettoniche introdotte da Andrea Carrapha I sono rappresentate dalle bocche da fuoco “bombardiere”, presenti sulla muraglia e sul rivellino della Porta della Piazza, che sono identiche a quelle presenti sul baluardo del belvedere (anche se su quest’ultimo risultano attualmente ammodernate), sul baluardo all’antica e su un tratto della scarpata delle grotte bizantine, prossimo al baluardo all’antica.
Il modello di merlatura della muraglia della meridiana, attribuibile sempre ad Andrea Carrapha I, rappresenta il primo passaggio evolutivo dei vecchi merli cavallereschi, ormai strutturalmente superati dopo l’avvento delle armi da fuoco. L’altra novità strutturale è rappresentata dal modello merlato delle strutture sommitali del rivellino della seconda porta falsa. Tale modello denuncia una prima evoluzione tipologica dei merli presenti sulla muraglia della meridiana. Nelle strutture merlate del rivellino della seconda porta falsa si intravede un primo abbozzo di troniera a cielo aperto, debolmente difesa da un motivo di merlature a pianta esagonale allungata, che non possono definirsi merloni e nemmeno merli.

Le merlature della muraglia e del rivellino della Porta della Piazza sono di altra tipologia e testimoniano un’ulteriore fase evolutiva: i pieni prevalgono sui vuoti e difendono un modello arcaico di troniere. Il ritmo alterno di pieni e di vuoti di questa struttura merlata si differenzia nettamente da quelli presenti sulla muraglia della meridiana e sul rivellino della seconda porta falsa. Comunque sia, anche questo motivo di merlatura non è tipologicamente definibile: i “vuoti” sono stati concepiti secondo moduli dimensionali atipici tali da apparire come una via di mezzo tra le “vecchie” saettiere e le “nuove” troniere. Per distinguerli dagli altri vuoti delle merlature li denomineremo “bombardiere a cielo aperto”, poiché le bocche da fuoco sottostanti sono delle vere e proprie “bombardiere”. La tipologia architettonica di queste strutture merlate documenta la fase embrionale del trapasso, ovvero i primi segni di trasformazione del maniero che nel corso del Cinquecento, a causa degli adeguamenti imposti dalle armi da fuoco, si trasformerà in fortezza.

La novità più assoluta, tra tutte le trasformazioni attribuibili ad Andrea Carrapha I, è rappresentata dalla creazione di un nuovo ingresso (seconda porta) che comportò, per la sua difesa, la realizzazione del baluardo del belvedere, del baluardo all’antica e della muraglia della meridiana, nonché la conseguente realizzazione del “secondo” fossato e del “secondo” ponte levatoio.
Il baluardo, come concezione architettonica, appartiene alla cultura degli ultimi anni del Quattrocento, seppur sperimentato, sostanzialmente, nei primi anni del Cinquecento. Dall’ embrionale concetto di baluardo scaturiranno, subito dopo, le forme architettoniche dei diversi modelli di strutture bastionate con cortine di fiancheggiamento a linee perpendicolari.
Le sagome di perimetro della cortina bastionata di sud, delimitate dal baluardo del belvedere, dalla muraglia della meridiana o della seconda porta e dal baluardo all’antica, rappresentano un modello “arcaico” di muraglia difensiva bastionata.
I baluardi di tale cortina presentano degli evidenti difetti di geometria costruttiva, se osservati dal punto di vista militare, e ciò è dovuto all’immatura esperienza architettonica delle strutture fortificate realizzate nei primi anni del Cinquecento.
Le bocche da fuoco, presenti nelle cortine di fiancheggiamento, non assolvono alle necessità della difesa radente, che generò nell’architettura militare l’esigenza di costruire i baluardi ad andamento rettilineo. Per dirla in parole povere, i baluardi intermedi non riescono a difendersi vicendevolmente, poiché le loro stesse sagome e il posizionamento delle bocche da fuoco non consentono l’attuazione di una difesa globale. La geometria costruttiva di queste strutture, non basate sulle traiettorie di tiro, denuncia, nella complessità, un’accentuata vulnerabilità, poiché le bombardiere non assicurano il fiancheggiamento vicendevole alle cortine frontali dei baluardi.
L’angolo di rotazione, imposto alla cortina di fiancheggiamento del baluardo belvedere, non consente la difesa radente del baluardo all’antica; le bocche da fuoco del bastione belvedere, inoltre, anziché guardare verso ovest sono rivolte verso sud-ovest.
Si presume che tali bocche da fuoco furono così impostate per difendere qualche altra cosa, cioè la vulnerabilità degli accessi falsi di sud-ovest (seconda e terza porta falsa) e, probabilmente, qualche altro fronte di bastione mai realizzato.

La prima porta falsa, sorgeva sulla muraglia della Porta della Piazza, e da essa, attraverso un irto sentiero scavato tra le rocce (il cui tracciato è ancora intuibile), si giungeva alla seconda porta falsa che stava ai piedi del rivellino della seconda porta falsa, mentre la terza porta falsa stava sotto il ponte a levaturo. Le porte false conducevano ed immettevano al secondo fosso, il quale (a quel tempo primo e unico fosso) essendo privo di sbocchi, non dava scampo agli assalitori e si rivelava, quando ormai era troppo tardi, una trappola mortale.
Le strutture murarie sopra descritte appartengono al primo adeguamento difensivo eretto intorno alla roccaforte dopo l’avvento delle armi da fuoco; la tipologia costruttiva di esse, però, non è riconducibile al periodo aragonese. Poiché le altre strutture sono datate e databili o ad un periodo precedente la dominazione aragonese, o ad un periodo successivo al contado di Andrea I, non ci resta che attribuirle al vecchio Conte Andrea Carrapha della Spina che si fregiava di un’arma a bande orizzontali, attraversate diagonalmente da un ramoscello spinoso.


 
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Servizi fruibili al pubblico nel castello
 
Il Museo Civico
che, in un settore espone i reperti venuti alla luce durante gli scavi ed il restauro del monumento, ed in un altro i ritrovamenti dal periodo protostorico a quello medievale del territorio di Santa Severina e paesi viciniori donati da privati
Il Centro Documentazione e Studi Castelli e Fortificazioni Calabresi la cui prima sezione riguarda una banca dati a carattere regionale dell'archivio che comprende grafica, fotografia, bibliografia e documenti relativi alle architetture militari calabresi mentre la seconda offre al visitatore una serie di pannelli esplicativi delle diverse strutture difensive delle varie dominazioni succedutesi in Calabria
La Pinacoteca Comunale comprendente opere moderne e premiate nel corso di diversi anni nelle varie mostre nazionali di pittura; Il Museo degli abiti d'epoca, abiti risalenti al XVI secolo; Il Museo delle armi e delle armature.
 

 
Per maggiori informazioni visita il sito >> www.aristippo.it
 
 
 
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